Come riconoscere il dolore del colon irritabile: ecco il punto preciso secondo i medici

Il riconoscimento del dolore associato alla sindrome del colon irritabile rappresenta spesso una sfida sia per chi ne soffre che per i medici, poiché tale sintomatologia può presentarsi in maniera sfumata e variabile. Il colon irritabile, noto anche come sindrome dell’intestino irritabile, è caratterizzato soprattutto da dolore addominale che assume connotati molto specifici rispetto ad altre patologie gastrointestinali. Accanto al dolore, il quadro clinico si completa spesso con gonfiore addominale, alternanza di stitichezza e diarrea, meteorismo e disturbi della defecazione.

Come si presenta il dolore: zona precisa e caratteristiche cliniche

L’aspetto che più interessa chi sospetta di soffrire di colon irritabile è la localizzazione del dolore: secondo le più recenti linee guida e l’esperienza clinica dei medici, la sensazione dolorosa si manifesta prevalentemente nella zona addominale inferiore, con accentuazione tipica a livello del fianco sinistro o in prossimità della regione iliaca sinistra. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che il dolore non si limita sempre a un punto preciso: può essere diffuso su tutto l’addome, cambiare sede anche nell’arco della stessa giornata e risultare di intensità variabile.

Generalmente, chi soffre di questa sindrome riferisce una sensazione dolorosa che può assumere carattere di crampo, fitta o peso. Il sintomo è spesso accompagnato da un senso di urgente bisogno di evacuare, con una possibile correlazione tra la defecazione e l’attutirsi del dolore. Inoltre, la sensazione dolorosa può essere preceduta o seguita da episodi di gonfiore e meteorismo.

Quando il dolore è realmente attribuibile al colon irritabile

La comunità medica si orienta nell’identificazione del dolore tipico del colon irritabile grazie ai cosiddetti Criteri di Roma IV, i più recenti parametri internazionali per la diagnosi di questa sindrome. Secondo questi criteri, la diagnosi si configura in presenza di dolore addominale ricorrente che si verifichi almeno una volta a settimana per almeno tre mesi consecutivi. Il dolore, per essere ricondotto alla sindrome del colon irritabile, dev’essere associato ad almeno due delle seguenti condizioni:

  • Variazione nella frequenza delle evacuazioni (aumento o diminuzione del numero di scariche giornaliere)
  • Cambiamento nella forma o consistenza delle feci (ad esempio, feci dure alternate a feci molli o liquide)
  • Relazione con la defecazione: il dolore tende a migliorare, peggiorare o ad apparire in relazione con l’atto dell’evacuazione

È importante ribadire inoltre che il dolore del colon irritabile, diversamente da quello di molte altre patologie più gravi, non si accompagna a perdita di peso significativa, presenza di sangue nelle feci, né a febbre. Se uno o più di questi sintomi si manifestano, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a un medico per escludere condizioni organiche serie come Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) o tumori intestinali.

Altri sintomi di accompagnamento e fattori di rischio

Il quadro clinico della sindrome non si limita al solo dolore e comprende spesso altre manifestazioni:

  • Gonfiore addominale, spesso accompagnato da meteorismo
  • Percezione di pienezza o di “peso” nell’addome
  • Stitichezza alternata a diarrea (o viceversa)
  • Senso di evacuazione incompleta dopo la defecazione
  • Malessere generale, possibile stanchezza e talvolta nausea

Molti pazienti evidenziano una variazione dell’intensità dei sintomi in relazione a stress emotivi, periodi di ansia o momenti di tensione psicologica, che fungono da veri e propri fattori scatenanti o aggravanti. Anche alcune infezioni gastrointestinali possono precedere l’inizio dei sintomi.

Quando rivolgersi al medico: segnali di allarme e diagnosi differenziale

Nonostante la sindrome dell’intestino irritabile sia considerata una condizione funzionale, tale da non comportare lesioni evidenziabili con gli esami strumentali di routine, è basilare consultare uno specialista quando:

  • Il dolore è persistente, si manifesta anche di notte o interrompe il sonno
  • Compaiono sangue nelle feci, febbre o perdita di peso ingiustificata
  • Sono presenti casi familiari di malattie infiammatorie croniche intestinali o tumori
  • L’età di insorgenza è superiore a 50 anni senza cause evidenti

La diagnosi di colon irritabile è di tipo clinico e si basa principalmente sull’anamnesi dettagliata e sull’analisi dei sintomi, seguendo i Criteri di Roma IV. Gli esami di laboratorio, ecografie o eventuali colonscopie vengono riservati ai casi dubbi o nei due seguenti scenari:

  • Se compaiono “sintomi di allarme” (allarme sintomi come sopra citati)
  • Nei pazienti sopra i 50 anni al primo episodio clinico

La differenziazione rispetto ad altre patologie, quali la colite ulcerosa, il morbo di Crohn o il tumore del colon, è fondamentale e deve essere sempre gestita dal medico di riferimento.

La comprensione dei sintomi, la loro localizzazione e l’osservazione di come il dolore si modifica nel tempo sono dunque elementi essenziali per riconoscere tempestivamente se il disagio addominale possa essere attribuito a una sindrome dell’intestino irritabile. Un confronto con il medico di fiducia, supportato eventualmente da esami mirati nei casi dubbi, consente di individuare il quadro clinico più adeguato e impostare un piano di gestione personalizzato per migliorare la qualità di vita di chi soffre di questa condizione cronica.

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