Il diabete rappresenta una delle condizioni croniche più diffuse nel mondo occidentale e, spesso, viene definito un “killer silenzioso” per la sua capacità di restare asintomatico per lunghi periodi. Tuttavia, anche se talvolta può manifestarsi in modo sfumato o essere confuso con altre patologie, riconoscere per tempo i segnali caratteristici è essenziale per favorire una diagnosi precoce e prevenire gravi complicazioni a carico di numerosi organi e sistemi.
I principali segnali d’allarme che il corpo invia
Molti sintomi del diabete insorgono in modo graduale e spesso vengono sottovalutati perché scambiati per semplice stanchezza o cambiamenti di stile di vita. Il primo segnale tipico della malattia, presente soprattutto nelle forme a esordio acuto come il diabete mellito di tipo 1, è il bisogno frequente di urinare (poliuria). Questo “allarme” del corpo si verifica quando i livelli di zucchero nel sangue aumentano oltre la soglia renale: i reni cercano di eliminare l’eccesso di glucosio attraverso le urine, producendo volumi elevati di liquidi e, di conseguenza, causando disidratazione e sete intensa (polidipsia)
Un altro campanello d’allarme, soprattutto nei soggetti giovani, è la perdita di peso non intenzionale, spesso associata ad aumento della fame. In assenza di adeguata insulina, il glucosio non riesce ad entrare nelle cellule per essere utilizzato come fonte di energia e l’organismo inizia a scomporre le proprie riserve di grasso e muscolo, portando a un dimagrimento anche a fronte di un’alimentazione invariata o aumentata.
- Minzione frequente (poliuria)
- Sete intensa (polidipsia)
- Perdita di peso inspiegabile
- Aumento dell’appetito (polifagia)
- Stanchezza persistente e senso di affaticamento
- Visione offuscata
- Infezioni ricorrenti soprattutto a carico delle vie urinarie e della cute
- Lenta guarigione delle ferite
- Nausea, malessere generale e dolori addominali, più frequenti negli stati avanzati o nelle forme acute
I sintomi più classici sono quindi correlati alla carenza di energia cellulare e ai tentativi dell’organismo di liberarsi del glucosio in eccesso. Nei casi in cui la glicemia resta elevata a lungo (iperglicemia cronica), si possono aggiungere manifestazioni più insidiose, come prurito persistente, sviluppo di funghi cutanei o genitali e notevolezza di alito acetonemico, segnale di accumulo di corpi chetonici per l’attivazione del metabolismo lipidico.
Le differenze tra diabete di tipo 1 e tipo 2: sintomi e decorso
L’entità e la modalità di comparsa dei sintomi differisce sensibilmente a seconda che si tratti di diabete di tipo 1 o diabete di tipo 2. Nella forma autoimmune, generalmente diagnosticata in età pediatrica o adolescenziale, la sintomatologia è spesso acuta e improvvisa, con comparsa rapida di poliuria, polidipsia, perdita di peso e malessere diffuso, talvolta associati ad episodi febbrili come “trigger”. Nel tipo 2, invece, la malattia decorre per molto tempo in modo asintomatico o presenta segnali così sfumati da non destare sospetti, conducendo spesso a una diagnosi solo quando compaiono complicanze cardiovascolari, oculari o neuropatiche.
Particolarmente insidiose sono le fasi iniziali del tipo 2, in cui si osservano solo lievi aumenti della glicemia e sintomi aspecifici come stanchezza o maggiore predisposizione a infezioni. In questa fase, solo un accurato esame della glicemia a digiuno e la valutazione di altri parametri metabolici possono chiarire il quadro clinico.
Complicanze da iperglicemia non trattata: i rischi sul lungo periodo
La mancata individuazione precoce dei sintomi porta a un’esposizione prolungata all’iperglicemia, da cui derivano danni a vari organi. Le complicanze più temute riguardano:
- Retinopatia diabetica, con progressiva riduzione della vista fino alla cecità
- Nefropatia diabetica, causa di insufficienza renale cronica
- Neuropatia, deficit di sensibilità e dolore a carico degli arti inferiori
- Malattie cardiovascolari come ictus e infarti
Altre problematiche, frequenti nei pazienti con glicemie elevate non diagnosticate a lungo, sono la predisposizione a infezioni batteriche e micotiche della pelle, una maggiore difficoltà di cicatrizzazione delle ferite, gengiviti ricorrenti, disturbi dell’erezione nell’uomo e candidosi vaginale nella donna.
Quando è necessario rivolgersi al medico e controllare la glicemia
Prestare attenzione ai segnali d’allarme è fondamentale, soprattutto in presenza di fattori di rischio quali familiarità per diabete, obesità, scarsa attività fisica e ipertensione. Il sospetto dovrebbe nascere se si avverte una combinazione di sete intensa, abbondante eliminazione di urina, stanchezza inusuale e perdita di peso non spiegata da cambiamenti alimentari.
Un controllo della glicemia è raccomandato anche in presenza di sintomi più aspecifici, come la visione offuscata o il ripresentarsi continuo di infezioni mucose. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo possono rallentare la progressione della malattia e salvaguardare la qualità della vita.
Vivendo in modo attento all’ascolto del proprio corpo e condividendo eventuali dubbi con il proprio medico, è possibile intercettare i segnali del diabete prima che si sviluppino complicanze gravi, proteggendo così la propria salute a lungo termine.