Attenzione ai costi notarili: ecco la percentuale che si trattiene il notaio

Nel momento in cui si affronta una compravendita immobiliare o qualsiasi atto che richiede la presenza di un notaio, uno degli aspetti più importanti da considerare è rappresentato dai costi notarili. Spesso vi è confusione rispetto a quali siano le tariffe effettive e quale sia, concretamente, la percentuale trattenuta dal notaio rispetto alle somme in gioco. È fondamentale comprendere le varie voci che vanno a comporre l’importo finale, distinguendo tra imposte, diritti fissi e onorari professionali.

La struttura delle spese notarili

Quando si parla delle spese da sostenere presso uno studio notarile, queste sono solitamente composte da differenti elementi:

  • Onorario del notaio: rappresenta il compenso professionale per l’attività svolta, calcolato spesso come importo fisso o graduale a seconda della tipologia e del valore dell’atto.
  • Imposte e tasse: comprendono imposta di registro, imposta ipotecaria e catastale, eventualmente IVA, oltre a diritti di trascrizione e voltura.
  • Spese accessorie e oneri di segreteria: costi legati alla produzione dei documenti, visure, ispezioni e adempimenti amministrativi.
  • Per esempio, nel caso dell’acquisto di una prima casa da un privato, le imposte più rilevanti sono quelle di registro, ipotecaria e catastale, che vanno aggiunte all’onorario del notaio, oltre alle eventuali spese aggiuntive per i servizi di verifica e ricerca sugli immobili.

    Percentuale trattenuta dal notaio: come si calcola

    Molti si domandano quale sia la percentuale effettiva che il notaio trattiene come compenso. In realtà, il calcolo non è sempre espresso in termini percentuali, ma spesso in una quota fissa crescente in base al valore dell’atto. Tuttavia, in alcuni casi specifici, come la riscossione di vincite importanti, il compenso è effettivamente definito come percentuale sulla somma trattata:

  • Per atti relativi a vincite o denaro incassato, la percentuale di onorario applicata dal notaio può variare dall’1% al 3% dell’importo totale.
  • Nelle compravendite immobiliari, invece, la logica è leggermente differente: le principali tariffe sono infatti legate a scaglioni di valore. Ecco una tabella esemplificativa riferita agli atti di mutuo ipotecario e compravendita (cifre al netto di IVA):

    • Fino a 93.000 euro: onorario da 1.350 a 1.700 euro
    • Fino a 232.400 euro: da 1.600 a 2.100 euro
    • Fino a 465.000 euro: da 1.900 a 2.500 euro
    • Fino a 930.000 euro: da 2.300 a 3.150 euro

    Su queste cifre va poi aggiunta l’IVA al 22%.

    Pertanto, per atti tra privati senza particolari complessità o vincoli, la percentuale reale incassata dal notaio rispetto al controvalore dell’operazione può variare sensibilmente (dal circa 1% al 2%, salendo al 3% per operazioni di valore minore), ma non esiste per legge una percentuale fissa universale applicata a tutte le pratiche.

    I principali fattori che determinano il costo del notaio

    Ogni preventivo notarile può essere influenzato da numerosi elementi:

  • Valore dell’immobile: maggiore è il valore della compravendita, più alto sarà anche l’onorario. Per casi da 100.000 euro o simili, l’onorario si colloca mediamente tra 1.500 e 2.000 euro.
  • Tipologia di atto: un atto di mutuo, un preliminare, una surroga avranno costi differenti. Ad esempio, la stipula di un contratto preliminare fa lievitare l’onorario tra i 500 ed i 1.000 euro extra.
  • Numero di parti e complessità giuridica: più soggetti o condizioni particolari impongono maggiori verifiche e più lavoro da parte del notaio.
  • Zona geografica: esistono differenze anche tra studi notarili in diverse province o regioni.
  • Libera concorrenza e politiche di studio: oggi ogni studio può applicare le proprie tariffe nel rispetto dei minimi di legge, motivo per cui è sempre consigliato chiedere preventivi personalizzati.
  • Cosa comprende l’onorario notarile e quali costi aggiungere

    La cifra richiesta dal notaio comprende non solo la redazione e stipula dell’atto, ma anche tutta una serie di adempimenti obbligatori come:

  • Ispezioni ipocatastali e approfondite verifiche sullo stato dell’immobile dal punto di vista giuridico e fiscale.
  • Registrazione, trascrizione e voltura dell’atto nei Pubblici Registri.
  • Invio telematico dei documenti alle autorità competenti.
  • Richiesta preventiva delle visure e di ulteriori certificazioni se necessarie.
  • A questi vanno poi aggiunti:

  • Imposte di registro, ipotecaria e catastale (imposta di registro), calcolate in base al valore catastale o di mercato, con percentuali che vanno dal 2% per la prima casa (da privato) al 4% (da impresa), oppure cifre fisse di circa 200 euro per imposta catastale e ipotecaria.
  • IVA applicata sull’onorario e sulle spese accessorie (attualmente 22%).
  • Per esempio, per un acquisto prima casa di 100.000 euro, un calcolo orientativo delle spese professionali totali potrebbe essere così suddiviso:

    • Imposta di registro: 2.000 euro
    • Imposta ipotecaria e catastale: 100 euro
    • Onorario notaio: 1.500-2.000 euro

    Nei casi di mutuo la parcella cresce in funzione dell’importo richiesto, con valori tipici di onorario riportati nella fascia da 1.350 a 2.500 euro per mutui fino a 465.000 euro, oltre IVA.

    Consigli pratici per gestire e ridurre i costi notarili

    Per evitare sorprese e ottimizzare la spesa, è utile mettere in atto alcuni accorgimenti:

  • Richiedere più preventivi a diversi studi notarili, specificando tutti i dettagli dell’operazione.
  • Chiedere una voce di dettaglio delle singole spese (onorario, imposte, diritti, spese vive).
  • Valutare se vi siano possibilità di rateizzare il pagamento o concordare particolari modalità con lo studio notarile.
  • Accertarsi preventivamente che tutte le verifiche istruttorie siano comprese nell’onorario.
  • Verificare eventuali agevolazioni (ad esempio, per acquisto prima casa o per giovani under 36).
  • La trasparenza dei costi e una pianificazione accurata permettono di affrontare l’impegno notarile con maggiore serenità, evitando fraintendimenti e gestendo in modo consapevole ogni spesa.

    La questione della percentuale trattenuta dal notaio non trova, dunque, una risposta univoca ma dipende da numerosi fattori. Tuttavia, con le corrette informazioni e il supporto degli uffici di notaio competenti, è possibile ottenere un quadro preciso ed evitare inutili aggravi di spesa.

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