Nel momento in cui si affronta una compravendita immobiliare o qualsiasi atto che richiede la presenza di un notaio, uno degli aspetti più importanti da considerare è rappresentato dai costi notarili. Spesso vi è confusione rispetto a quali siano le tariffe effettive e quale sia, concretamente, la percentuale trattenuta dal notaio rispetto alle somme in gioco. È fondamentale comprendere le varie voci che vanno a comporre l’importo finale, distinguendo tra imposte, diritti fissi e onorari professionali.
La struttura delle spese notarili
Quando si parla delle spese da sostenere presso uno studio notarile, queste sono solitamente composte da differenti elementi:
Per esempio, nel caso dell’acquisto di una prima casa da un privato, le imposte più rilevanti sono quelle di registro, ipotecaria e catastale, che vanno aggiunte all’onorario del notaio, oltre alle eventuali spese aggiuntive per i servizi di verifica e ricerca sugli immobili.
Percentuale trattenuta dal notaio: come si calcola
Molti si domandano quale sia la percentuale effettiva che il notaio trattiene come compenso. In realtà, il calcolo non è sempre espresso in termini percentuali, ma spesso in una quota fissa crescente in base al valore dell’atto. Tuttavia, in alcuni casi specifici, come la riscossione di vincite importanti, il compenso è effettivamente definito come percentuale sulla somma trattata:
Nelle compravendite immobiliari, invece, la logica è leggermente differente: le principali tariffe sono infatti legate a scaglioni di valore. Ecco una tabella esemplificativa riferita agli atti di mutuo ipotecario e compravendita (cifre al netto di IVA):
- Fino a 93.000 euro: onorario da 1.350 a 1.700 euro
- Fino a 232.400 euro: da 1.600 a 2.100 euro
- Fino a 465.000 euro: da 1.900 a 2.500 euro
- Fino a 930.000 euro: da 2.300 a 3.150 euro
Su queste cifre va poi aggiunta l’IVA al 22%.
Pertanto, per atti tra privati senza particolari complessità o vincoli, la percentuale reale incassata dal notaio rispetto al controvalore dell’operazione può variare sensibilmente (dal circa 1% al 2%, salendo al 3% per operazioni di valore minore), ma non esiste per legge una percentuale fissa universale applicata a tutte le pratiche.
I principali fattori che determinano il costo del notaio
Ogni preventivo notarile può essere influenzato da numerosi elementi:
Cosa comprende l’onorario notarile e quali costi aggiungere
La cifra richiesta dal notaio comprende non solo la redazione e stipula dell’atto, ma anche tutta una serie di adempimenti obbligatori come:
A questi vanno poi aggiunti:
Per esempio, per un acquisto prima casa di 100.000 euro, un calcolo orientativo delle spese professionali totali potrebbe essere così suddiviso:
- Imposta di registro: 2.000 euro
- Imposta ipotecaria e catastale: 100 euro
- Onorario notaio: 1.500-2.000 euro
Nei casi di mutuo la parcella cresce in funzione dell’importo richiesto, con valori tipici di onorario riportati nella fascia da 1.350 a 2.500 euro per mutui fino a 465.000 euro, oltre IVA.
Consigli pratici per gestire e ridurre i costi notarili
Per evitare sorprese e ottimizzare la spesa, è utile mettere in atto alcuni accorgimenti:
La trasparenza dei costi e una pianificazione accurata permettono di affrontare l’impegno notarile con maggiore serenità, evitando fraintendimenti e gestendo in modo consapevole ogni spesa.
La questione della percentuale trattenuta dal notaio non trova, dunque, una risposta univoca ma dipende da numerosi fattori. Tuttavia, con le corrette informazioni e il supporto degli uffici di notaio competenti, è possibile ottenere un quadro preciso ed evitare inutili aggravi di spesa.